“Acquerelli e suggestioni: Lisert” di Paola Barban e Paolo Utmar
In questa mostra virtuale dal titolo“Acquerelli e suggestioni: Lisert” di Paola Barban e Paolo Utmar vediamo alcuni acquerelli e fotografie naturalistiche esposti fino al 6. agosto al Caffè Carducci in via Duca d’Aosta, 83, a Monfalcone, assieme a delle riflessioni degli autori.
Il Lisert è un crogiolo di vari ambienti del Friuli Venezia Giulia. Quello della linea delle risorgive, sistema che prosegue per tutta la pianura Padana. Punto del cambio di costa da sabbiosa e lagunare, come gran parte della costa adriatica sud-occidentale, a rocciosa e carsica, che prosegue lungo la costa sud-orientale dello stesso Adriatico fino alla regione dell’Illiria, quelle che oggi sono l’Albania, il Montenegro e parte della Croazia e Slovenia. Forse la frase di Ippolito Nievo, che ben definì “Piccolo Compendio dell’Universo” il Friuli Venezia Giulia, rappresenta in particolare il Lisert, dove troviamo diversi degli ambienti di pregio che caratterizzano la regione stessa.
Questo luogo ha ispirato anche una canzone alla cantautrice di Monfalcone Elisa: https://www.youtube.com/watch?v=YndSeGy1MaI.
Per riscoprire e far conoscere questi luoghi, gli autori della mostra da anni si sono spesi nel promuovere escursioni e hanno realizzato la “Mappa delle aree umide costiere del Monfalconese”. In questa mappa si è voluto mettere in evidenza che nel territorio del Comune di Monfalcone, nonostante la forte pressione urbanistica e la densità insediativa, esistono diverse zone di grande interesse naturalistico che, benchè separate fra loro e per lo più di superficie non molto estesa, possiedono contenuti naturalistici, e quindi floristici, vegetazionali, faunistici e di habitat, molto importanti e riconosciuti da strumenti legislativi e normativi di rango regionale, statale e comunitario.
Solamente per citarne alcuni si ricorda la Riserva naturale regionale del Lago di Doberdo-Pietrarossa, la ZSC/Biotopo della Cavana e quella degli Schiavetti, la Foce del Timavo(ZPS/ZSC) con l’area del Lisert, il Parco comunale delle Colline Carsiche.
Il Lisert costituisce una pagina non ancora conclusa della politica pianificatoria della città, che ha di fatto scarsamente valorizzato la storia archeologica delle Terme e delle ville romane sepolte sotto le fabbriche, o quel che resta delle isole Clare: l’Isola di Sant’Antonio e l’Isola della Punta. Il Lisert, oltre alla presenza delle Terme romane, prima dello sviluppo industriale ospitava coltivazioni di riso e fin dopo l’ultima guerra era pascolato a bovini sulle isole e nella palude circostante. Oggi é anche tra le eccellenze regionali per la presenza di uccelli nidificanti.
Lo sviluppo industriale nel Monfalconese ha portato a tre gravi conseguenze, oltre a quella già citata e rappresentata dalla distruzione del patrimonio archeologico, la più grave è rappresentata dalle migliaia di vittime dell’amianto e dall’eccesso di tumori (in particolare alla vescica per entrambi i generi e d’infarti nelle donne, con particolare incidenza nel raggio di un chilometro dal camino della centrale), infine la compromissione del sistema delle risorgive e delle coste lacustri. Un ambito di pregio costiero è la zona del Lisert, lungo la sponda destra del canale Locavaz. Solo una parte della cassa di colmata (circa 1/3) è ricompresa nella Zona Speciale di Conservazione e Zona di Protezione Speciale del Carso, mentre il retrostante bosco, il vasto canneto e lo “stagno ENEL” sono del tutto privi di tutele. A suo tempo il canneto era stato individuato come Sito d’Importanza Nazionale dal censimento BioItaly, ma tali aree – che avrebbero dovuto trasformarsi in Siti d’Importanza Comunitaria – rimasero prive di ogni effettiva protezione.
I futuri ampliamenti delle zone destinate a fini produttivi e portuali – ad esempio nella Cassa di colmata esclusa da protezione – provocheranno una diminuzione delle superfici oggi naturalizzate.
Per compensare la perdita di superficie dovuta al previsto ampliamento del porto risulta fondamentale, in particolare per la fauna, incrementare la qualità di quanto non trasformato. Mantenere una fascia come cuscinetto/buffer tra le zone tutelate e quelle industriali va considerato positivamente sia nella parte della Cassa di colmata e sia nella zona del canneto.
Come documentano le foto di Paolo Utmar, il canneto e lo “stagno ENEL” ospitano specie di grande interesse conservazionistico quali il falco di palude e la moretta tabaccata come nidificanti, il tarabuso e il forapaglie castagnolo come svernanti. Sarebbe da pensare ad una tutela integrale dello stagno e del canneto a Est e a Nord dello stesso. E’ auspicabile anche una fascia di rispetto a Ovest della Cassa di colmata soggetta a tutela, dove oggi esiste un interessante canneto con specchi d’acqua dolce, ambiente di elezione per molte specie di libellule.
Esempi virtuosi di gestione delle aree protette sono quella dell’Isola della Cona alle foci dell’Isonzo, area in cui ci sono circa 20.000 visitatori paganti all’anno e che offre un’opportunità di turismo sostenibile ai flussi turistici già presenti, come quello prevalentemente balneare di Grado. L’area del Lisert, che comprende la foce del Timavo e il Canneto con lo “stagno ENEL”, potrebbe essere un elemento aggiuntivo da inserire nel mosaico delle aree naturali di interesse turistico ed escursionistico.
Paolo Utmar, su indicazione dell’Associazione Ambientalista Eugenio Rosmann, durante il periodo lockdown del Covid 19, ha studiato la presenza degli uccelli nell’area interessata. Questa zona umida costiera, caratterizzata dal miscelamento di acque dolci e salate, presenta diversi gradienti di salinità che aumentano l’eterogeneità ambientale (ambienti da iper a oligoalini, fino a acquadulcicoli) e sostiene un’elevata diversità, determinando coperture vegetali molto differenziate.
Un esempio per tutti è dato dai canneti: oltre a quello acquadulcicolo, sinora piuttosto diffuso ma in regressione su vaste aree per fitopatologie non ancora del tutto chiarite, al Lisert si trovano inoltre piccoli lembi di canneto salato (con Puccinellia festuciformis, Aster tripolium), molto più raro in Regione.
Considerato che la componente vegetale è la base della diversità biologica, l’area considerata è tra le più ricche di avifauna sia a livello regionale sia italiano. La vicinanza del Carso e il situarsi nel punto di sutura tra due sistemi costieri litoranei, quello dell’arenile sabbioso-limoso tipico della costa veneto-emiliana e quello delle costiere a falesie rocciose di tipo dalmatico, rende assolutamente unico il contesto in oggetto.
Per rendere attrattiva sia dal punto di vista naturalistico e sia faunistico quest’area, si chiede di conservare integralmente il Canneto del Lisert (SIN – Sito d’Importanza Comunitaria del censimento Bioitaly) o di gran parte di esso, con una gestione attiva del sito come area protetta, compresa la limitazione del disturbo antropico, questo anche in vista dell’imminente scomparsa delle zone umide rinaturalizzate nella cassa di colmata esterna al Sito Natura 2000 – sito d’importanza comunitaria – e di altre aree attualmente seminaturali.
Altri interventisti renderebbero necessari per regolamentare e portare più acqua nel canneto, prevenendo il disseccamento estivo mediante apporti continui di acqua dolce. La finalità è rallentare l’incespugliamento e aumentare l’idoneità per l’avifauna. Inoltre andrebbe scavato un canale circondariale lungo la ferrovia e lungo gli altri margini per aumentare l’interfaccia acqua libera-canneto, fondamentale per il tarabuso – specie che si ritiene obbiettivo della futura gestione, che qui ha probabilmente nidificato nel 2004 ed è presente come svernante, ma estinta come nidificante in FVG a seguito della riduzione/eliminazione di molti canneti, come moltissime altre specie tipiche di questo ambiente. Il materiale di risulta dello scavo del canale va accumulato dal lato arginale e non deposto nel canneto, per evitare l’avvio del processo di incespugliamento.
La costruzione di isolotti all’interno della cassa SIC favorirebbe la nidificazione di fraticello e fratino. Le dimensioni possono essere comprese tra i 100 e i 150 m quadrati e l’altezza intorno al metro slm e mantenuti con pochissima vegetazione alofila/psammofila. Le zattere sono insufficienti e attirano unicamente la sterna comune.
Infine andrebbero migliorati i percorsi per la visita sia alla cassa SIC sia al canneto e allo “stagno ENEL”, oggi molto sacrificati dalla presenza della linea ferroviaria, e sarebbe auspicabile la presenza di almeno un operatore per la guardiania, monitoraggio, piccole operazioni gestionali, accompagnamento di visite guidate come nel caso del warden della Royal Society for Protection of Birds inglese.
Potete vedere la mostra dal vivo dal 25 luglio al 6 agosto, all’Angolo Maritani del caffè Carducci di via duca d’Aosta 83 a Monfalcone, e in versione virtuale anche sulla pagina Facebook della associazione :
Il dibattito sul Lisert sarà ripreso anche nell’incontro dal titolo “Il Carso di Monfalcone”, il 30 luglio ore 18.30 in Piazza Unità d’Italia a Monfalcone tra l’ornitologo Paolo Utmar e il Presidente dell’Associazione Claudio Siniscalchi, modera la giornalista Laura Blasich.