Habitat e avifauna a rischio: una prospettiva d’alta quota di Davide Scridel
Questa è la nuova mostra virtuale intitolata Habitat e avifauna a rischio: una prospettiva d’alta quota con le foto inerenti al percorso di dottorato “avifauna alpina e cambiamenti climatici” c/o l’Università di Pavia e il Museo di Scienze Naturali di Trento (MUSE) di Davide Scridel.
Davide Scridel, ricercatore del Museo delle Scienze (MUSE) della Sezione di Zoologia dei Vertebrati di Trento, ha realizzato le foto della ricerca sull’avifauna alpina e cambiamenti climatici, per la quale ha ricevuto il premio delle tesi di laurea in materia ambientale della nostra Associazione nel 2019. Davide Scridel collabora anche con University of British Columbia, Dept Forest and Conservation Science per Alpine birds and climate change e con WWF – Area Marina Protetta di Miramare Trieste.
Le foto così elencate rappresentano:
- Veduta dai prati alpini del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, una delle aree studio del dottorato di ricerca di Davide Scridel incentrato sugli effetti dei cambiamenti climatici sull’avifauna alpina.
- Il gallo cedrone, il più grande fra i galliformi italiani, è nell’elenco delle specie tutelate dalla normativa europea, la cosiddetta “Direttiva Uccelli”. La specie ha subito forti contrazioni nel suo areale di distribuzione ma per fortuna nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino la specie è ancora presente in buone densità.
- L’altopiano delle Pale detiene il record di uno dei luogo più freddi in Italia con temperature che quasi annualmente si aggirano intorno ai -50°C presso le doline carsiche situate a 2.600m.
- Per quanto questi habitat possano sembrare inospitali alla vita, essi sono fondamentali rifugi glaciali per specie perfettamente adattate ad una vita estrema. Una di queste specie è il fringuello alpinoMontifringilla nivalis. Trovare cibo per i piccoli a queste quote può essere complesso. A giugno i fringuelli alpini dipendono fortemente dai margini di scioglimento tra neve e prato alpino dove raccolgono invertebrati soprattutto tipule. Tali habitat vengono considerati particolarmente sensibili alle alterazioni climatiche.
- Con l’avanzare della stagione e lo sciogliersi della neve, i fringuelli alpini trovano cibo per i propri piccoli presso prati d’alta quota, ricchi di ragni cavallette e grilli.
- Per studiare nel dettaglio come questa ed altre specie possano rispondere ai cambiamenti climatici sono state installate delle cassette nido presso il Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino ed il Parco Nazionale dello Stelvio. Tale iniziativa ha avuto subito successo presso rifugi e baite.
- (Foto scattata con personale scientifico autorizzato) I nidi vengono ben isolati con masse di vegetazione e con le migliori piume isolanti disponibili sul mercato: quelle della pernice bianca che co-esiste con i fringuelli alpini a queste quote.
- (Foto scattata con personale scientifico autorizzato) Vengono poi inanellati i pulli seguendo un protocollo che opera in modo da non causare danni all’animale stessi per studiarne i parametri demografici della popolazione in relazione alle alterazioni climatiche. Foto A. Forti.
- Al Parco Nazionale delle Stelvio non mancano vedute mozzafiato tra larici dorati e ghiacciai (Alpi dell’Ortles).
- Capita spesso di essere osservati da una delle sue specie simbolo, il gipeto, specie estinta nelle Alpi dall’inizio del XX secolo (poi re-introdotta con successo) a causa della persecuzione accanita da parte dell’uomo in quanto erroneamente ritenuto predatore di bestiame. Al contrario, la specie è necrofaga e si nutre di ossa di mammiferi morti da cui ricava il midollo osseo. Oggi svolge un ruolo ecologico fondamentale essendo un vero e proprio “spazzino delle montagne”.
- Frequenti sono anche le osservazioni di aquila reale, simbolo del Parco Nazionale dello Stelvio.
Buona visione!