“I colori della Laguna di Grado” di Fabio Barca
La mostra virtuale di oggi, dal titolo “I colori della Laguna di Grado” di Fabio Barca, la dedichiamo alla nostra amata Laguna che da sempre riflette i colori del cielo.
Fabio Barca, abitando in Laguna di Grado, con i suoi scatti ci porta a scoprire gli angoli nascosti ma soprattutto i cieli che ogni giorno, specie in inverno con i raggi lunghi, cambiano repentinamente colore.
Le foto scattate da Fabio, tra punta Primero e lungo la Litoranea veneta, mettono in luce i paesaggi che la laguna offre, fatti di mote di sabbia, di velme e barene, di canali navigabili e quelli che causa la mancanza di manutenzione si sono insabbiati. La Laguna – con le sue acque salmastre in cui il mare è mitigato dalla presenza dell’acqua dolce portata dai fiumi – crea un ambiente unico per la formazione di canneti, elementi utilizzati fino allo scorso secolo per costruire i tetti dei tipici casoni e le sedie di paglia, oltre che in edilizia come “grisiole”, che impastate con la malta servivano per controsoffittare le travi di legno.
La Litoranea veneta è una via d’acqua antica, creata dalla Serenissima nel periodo del suo massimo splendore e oggi ancora funzionante. Ha come scenario dai canoni dei pescatori di Grado ad Aquileia, passando per Marano, Lignano, Bibione, Caorle, Musile di Piave, Jesolo, le isole della laguna per arrivare ai palazzi sul Canal Grande di Venezia per proseguire poi fino a Chioggia, sull’estremo opposto delle vaste lagune dell’Adriatico settentrionale.
Per concludere con l’immagine della Laguna amata da Biagio Marin, con una sua poesia del 1912, tratta da “Fiuri de tapo”, i fiori tipici che nascano negli ambienti delle barene, isolotti di fango d limi emersi che generalmente sono soggetti alle maree, si forma della vegetazione tipica che ben adattata a elevati gradienti di salinità, nella quale si distingue il limonio comune, pianta che può oltrepassare il mezzo metro d’altezza e di cui si possono ammirare i piccoli fiori violacei nel periodo di fioritura, da giugno a settembre.
E ‘NDÉVENO CUSSÌ LE VELE AL VENTO
E ‘ndéveno cussì le vele al vento Mámole e mas-ci missi zo a pagiol E l’aqua bronboleva drío ‘l timon |
E ANDAVAMO COSI’ LE VELE AL VENTO
E andavano così, le vele al vento Fanciulle e ragazzi seduti giù a pagliolo L’acqua ribolliva dietro il timone |
Per altre poesie di Biagio Marin: http://www.biagiomarin.it/pagine/Biagio_Marin.htm
Se volte della musica per accompagnare questa mostra vi consigliamo: https://www.youtube.com/watch?v=hCB_4zum2ZQ
Potete vedere la mostra anche su Facebook alla pagina della associazione.
Buona visione!