“Gli anfibi: le salamandre” di Tiziano Fiorenza
Questa mostra virtuale dal titolo “Gli anfibi: le salamandre” di Tiziano Fiorenza vedremo questa classe di anfibi.
La dizione corretta della famiglia è la Salamandridae e la classe sono gli anfibi dell’ordine degli urodeli, a cui appartengono la salamandra, i tritoni e il proteo, animali che vedremo nelle foto di Fiorenza. Il loro habitat è quello con clima umido ma fresco tutto l’anno, e sono diffuse in Europa, America Settentrionale, Asia occidentale e Nord Africa. E’ ben diffusa nella nostra Regione, legata a piccoli corsi d’acqua (dove si riproduce), in particolare in boschi di latifoglie.
Sicuramente la salamandra è un animale dall’aspetto molto appariscente grazie alle sue inconfondibili macchie color giallo vivo sulla pelle nera lucida sulla schiena ed è curioso ed interessante. La pelle di questo anfibio così particolare dai colori che spiccano, gli serve per avvertire i potenziali predatori della sua pericolosità (colorazione di avvertimento). La salamandra infatti è velenosa: sul suo manto sono presenti moltissime ghiandole che secernono una sostanza nociva ed irritante, ma che ha anche una funzione battericida (la protegge dalle infezioni) e idratante (evita la disidratazione).
E’ invece vero che le salamandre sono innocue per l’uomo. La loro pelle secerne delle sostanze irritanti e nocive per i suoi predatori, ma se noi entriamo in contatto con una salamandra non ci accade assolutamente nulla. Certo, meglio non mettere le mani negli occhi dopo averla toccata, perchè potremmo avvertire un lievissimo bruciore.
Le salamandre sono vulnerabili al calore e la loro pelle particolarmente umida lo è ancora di più rispetto a qualsiasi altro animale.
Poi i Tritoni dal nome mitico: nella mitologia greca Tritone era figlio di Poseidone e Anfitrite e raffigurato con testa e tronco umani e la parte inferiore del corpo pisciforme. Nella realtà i tritoni sono – come le salamandre – degli Anfibi Urodeli (il prefisso Uro deriva da Necturo, nuotatore e Delos, visibile) appartenenti al genere Triturus; abbastanza frequenti da noi il grosso t. crestato ( Triturus cristatus ), così detto per la cresta dentellata che il maschio reca sul dorso, scuro o verde oliva di sopra, giallo arancione o rosso a macchie nere di sotto, e il tritone alpestre (Ichthyosaura alpestris), con ventre giallo arancione o rosso, e cresta nel maschio gialla e nera.
Anche il proteo appartiene alla famiglia delle salamandre.
Questa mostra prende spunto dal libro “Anfibi del Friuli Venezia Giulia. Immagini e descrizioni per un facile riconoscimento” edizione illustrata del 2019 pubblicato da Ed. CO.EL.
Gli anfibi sono i vertebrati più a rischio del pianeta. Le attività umane, dallo sfruttamento delle risorse idriche, passando per il cambiamento climatico indotto dalle emissioni di carbonio in atmosfera, i prodotti usati nell’agricoltura intensiva, la bonifica delle aree umide e la cementificazione dei corsi d’acqua, stanno mettendo in seria difficoltà questa categoria di animali. Fortunatamente la popolazione degli anfibi del Friuli Venezia Giulia è ancora in discrete condizioni di conservazione, tuttavia necessita di urgenti misure di salvaguardia al fine di perpetuare la sopravvivenza di questi delicati animali insieme la conservazione dei loro habitat. La guida si propone di far conoscere al pubblico le 18 specie di anfibi regionali descrivendone le peculiarità morfologiche ed ecologiche: non solo le rane mangerecce, ma anche le salamandre che ci accompagnano durante le giornate di pioggia, i rospi e le rane rosse che ci attraversano la strada durante le notti piovose primaverili, le rane verdi e le raganelle che ci rallegrano le caldi notti estive con i loro assordanti concerti.
per informazioni : http://www.editricecoel.it/ANF.html
Potete vedere la mostra anche su Facebook alla pagina della associazione (mettete “mi piace” per vedere anche le prossime mostre).
Buona visione!