“Le foreste primarie dell’Isola di Chiloé e la loro elevata capacità di sequestrare il carbonio” di Ilaria Folie
Con questa nuova mostra virtuale dal titolo “Le foreste primarie dell’Isola di Chiloé e la loro elevata capacità di sequestrare il carbonio” di Ilaria Folie andiamo in Cile sull’Oceano Pacifico. Questa mostra trae spunto dalla tesi di laurea della dott.ssa Ilaria Folie, sul tema della “Quantificazione dell’accumulo di carbonio nel suolo di una foresta pluviale temperata del Sud America”, tesi di laurea dell’anno accademico 2017/2018 discussa presso il Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie per l’Ambiente e il Territorio il Dipartimento di Agronomia Animali Alimenti Risorse Naturali e Ambiente l’Università degli Studi di Padova, con relatore il Prof. Andrea Pitacco e correlatori Prof. Jorge Francisco Perez-Quezada Dr.ssa Eva Niedermeyer.
Presentata al concorso per tesi in materia ambientale nel 2019, è stata individuata per l’originalità dei dati e l’impegno sul campo, in quanto affronta con efficacia l’attualissimo tema dell’accumulo della CO2 nei terreni e nelle foreste, mettendo a confronto ambienti tropicali e temperati: per questa ragione ha ricevuto una menzione speciale premio «Eugenio Rosmann».
Ilaria Folie, di Merano, affronta il tema delle foreste primarie, caratteristiche per la loro elevata capacità di sequestrare il carbonio e trasformarlo in sostanza organica (biomassa), sia in superficie che negli strati sotto superficiali.
Il grado di conservazione della sostanza organica dipende da diversi fattori climatici, in particolare da temperatura e umidità. La sostanza organica si conserva più efficientemente in condizioni fredde e umide, condizioni tipiche delle foreste temperate. Questo tipo di ecosistema, infatti, è in grado di stoccare elevate quantità di carbonio. A livello globale, le foreste temperate sequestrano minori quantità di carbonio rispetto a quelle boreali e tropicali, ma sono in grado di immagazzinarne la maggior parte nel suolo, creando quindi una cospicua e durevole riserva.
Lo studio è stato realizzato con profili di suolo prelevati nella foresta temperata dell’isola di Chiloé, situata lungo la costa del Cile meridionale. Precedenti studi hanno messo in evidenza un’alternanza di differenti tipologie di vegetazione (foreste e paludi) susseguitesi dopo l’ultima glaciazione. Le condizioni climatiche verificatesi nell’ultimo millennio, invece, hanno permesso lo sviluppo e la crescita di una foresta temperata primaria tipica della Patagonia settentrionale.
L’obiettivo di questa ricerca è quello di analizzare i campioni di suolo al fine di identificarne e valutarne la quantità di carbonio stoccata e il tipo di vegetazione responsabile dello stoccaggio nel corso dei millenni. Per lo svolgimento della ricerca sono state utilizzate tecniche sia di tipo qualitativo (biomarcatori lipidici e gas cromatografia) che quantitativo (analisi del carbonio organico totale, TOC, e spettrometria di massa).
Lo studio ha prodotto risultati che hanno mostrato la prevalenza di un ecosistema di tipo forestale rispetto a quello palustre. L’abbondanza di lunghe catene carboniose (omologhi nC27-nC31) che compongono le cere delle foglie di queste piante, sono indice, infatti, di un ambiente prevalentemente terrestre.
Ilaria Folie, nel 2016, è stata selezionata dal Comitato d’Intesa, per le delegazione italiana, al corso di formazione Erasmus+ a Bonn in Germania. Il corso “Be a change maker: developing responseAbility for positive change” è stato promosso dall’associazione tedesca “Root Ability” ed era dedicato al tema dello sviluppo sostenibile.
Potete vedere la mostra anche su Facebook alla pagina della associazione.
Buona visione!