“Osservazioni faunistiche a Lanzarote” di Eugenio Miotti
Tra i rettili qui troviamo tre specie endemiche, un geco (Tarentola angumentalis), una lucertola di medie dimensioni (Gallotia atlantica), presente su tutta l’isola e uno scinco (Chalcides simony), con abitudini di vita molto schive e presente nella parte nord dell’Isola e che purtroppo l’autore non è riuscito a osservare.
Per quanto riguarda l’avifauna, a causa del clima decisamente ostile con giornate molto ventose e a tratti anche piovose, Miotti ha potuto osservare solo alcune specie.
Molto comune nei centri abitati è la passera sarda e la tortora del collare orientale. Diffusi sull’isola e abbastanza comuni troviamo specie endemiche come il gheppio, presente con la sottospecie Falco tinnuculus dacotiae, il corvo imperiale con la sottospecie Corvus corax tingitanus, il gabbiano reale presente con la sottospecie Larus michahellis atlantis, l’averla maggiore meridionale, la Pispola di Berthelot, il rondone unicolor e la sterpazzola di Sardegna con la sottospecie Sylvia conspicillata orbitalis.
Nell’entroterra Eugenio Miotti ha incontrato anche l’upupa, il rondone pallido, fanelli, tortore comuni, colombi selvatici, aironi guardabuoi e vicino ad uno specchio d’acqua artificiale anche una cutrettola nella specie Motacilla flava flavissima.
Le località che hanno offerto a Eugenio Miotti il maggior numero di più osservazioni sono state due.
La prima, il deserto El Jable nel comune di Teguise, una pianura sabbiosa e fertile di circa 40 km², dove circa 600 abitanti vivono di agricoltura legata al clima secco (cipolle, patate, angurie e zucche). Questa località ha offerto all’autore la possibilità di osservare più specie quali il ganga, l’occhione, l’ubara, la pernice sarda, il corvo imperiale, il fanello, il trombettiere, l’airone guardabuoi, il corrione, la sterpazzola di Sardegna, la calandrella, il gheppio, la poiana e un capovaccaio in volo.
Le seconda località che ha permesso a Miotti di osservare più specie nell’Isola di Lanzarote è stata quella delle Saline di Janubio, presso il comune di Yaiza, una laguna di circa 45 ettari, formata dalla lava dell’eruzione vulcanica del 1730, che formò le pareti di una laguna naturale e utilizzate come saline dal 1895. Presso queste saline l’autore ha trovato il piro piro piccolo, l’airone cenerino, la garzetta, il chiurlo piccolo, l’avocetta, il cavaliere d’Italia, la spatola, la casarca, il fratino, il corriere piccolo.
Tra i mammiferi, nell’Isola spicca la presenza dell’autoctono toporagno (Crocidura canariensis) e degli alloctoni coniglio selvatico e riccio algerino, dei quali l’autore ha potuto osservare solo soggetti investiti sulle strade. Tra gli invertebrati è degno di nota il Munidopsis polymorpha, crostaceo albino e cieco, stenoendemico dell’isola, che vive unicamente nelle grotte vulcaniche di Jameos del Agua.
Buona visione!