PRESENTAZIONE DI PROPOSTE E IPOTESI DI PROGETTO DI SVILUPPO PER IL LITORALE DI MARINA JULIA: PROPOSTE PER LA VALORIZZAZIONE DEL BIOTOPO REGIONALE DELLA PALUDE DEL FIUME CAVANA
Abbiamo risposto ad un bando del Comune di Monfalcone per la valorizzazione di Marina Julia, concentrandoci sul canneto del fiume Cavana, un’area protetta molto preziosa e poco conosciuta.
DESCRIZIONE GENERALE
Degli ambiti costieri del Comune di Monfalcone – un tempo vastissimi – sono rimasti due lembi di territorio di pregio naturalistico. Il Lisert e le area di Schiavetti e della zona umida del Cavana la seconda ha un’adeguata protezione garantita dalle Zone Speciali di Conservazione (Direttiva Habitat) e Zone di Protezione Speciale (Direttiva Uccelli) della rete Natura 2000, oltreché sede di due biotopi regionali.
La palude del fiume Cavana – piccola zona umida di circa quaranta ettari in comune di Monfalcone – è formata dal Cavana, un vero e proprio fiume nonostante la sua breve lunghezza.
Le acque defluiscono nel mare grazie ad una “porta vinciana” (sistema che limita l’ingresso di acqua dal mare e che nello stesso tempo permette la fuoriuscita dell’acqua dolce dall’interno). Fino a non molti anni fa le “porte vinciane” operative erano due, una a
nord e l’altra a sud, ma quella meridionale sulla foce del fiume vera e propria è interrata e ciò ha migliorato il canneto rendendolo più acquadulcicolo.
L’Area Natura 2000 comprende anche il tratto di mare antistante la spiaggia, caratterizzato da velme e bassi fondali, un ambiente molto attrattivo per l’avifanuna presente nell’IBA 063 (Important birds area) Foci dell’Isonzo, Isola della Cona, Golfo di Panzano.
L’IMPORTANZA AMBIENTALE
Anche se l’area non è molto estesa è estremamente importante dal punto di vista naturalistico grazie a vari elementi, quali la presenza di molte specie faunistiche, rilevanti formazioni botaniche, ospitate dai prati umidi, il canneto, il corso del fiume Cavana, la spiaggia e il tratto di mare antistante.
CRITICITA’
Alcune criticità sono determinate dalla fruizione non adeguata dell’area (pescasportivi, cani liberi, ecc.).
L’attività canoistica sul canale Taiada, all’interno dell’area protetta, andrebbe esclusa per il disturbo che comporta all’avifauna e altre specie.
Le mareggiate favoriscono la presenza di rifiuti sulla spiaggia (che comunque è mantenuta pulita) e in misura minore anche all’interno del canneto.
Desta molta preoccupazione il futuro dell’area ex-cantiere Sodena, lungo via Bagni nuova, nella quale ci risulta che sarà presentato un progetto per un cantiere navale con lavorazioni industriali di forte impatto, a nostro giudizio del tutto incompatibili con la limitrofa area protetta e con le attività diportistiche e sportive già insediate nell’area.
Via Bagni nuova, nel tratto tra il ponte del Brancolo e fino all’Isola dei Bagni, è frequentata per passeggiate, attività sportiva (corsa, bici) e nonostante il limite di 30 km/h vede spesso sfrecciare automezzi a velocità sostenuta: sarebbe opportuna l’installazione di dissuasori per rallentare gli autoveicoli e dotata di uno spazio dedicato a bici e pedoni, senza intaccare il filare di pini.
LA VALORIZZAZIONE DELLA ZONA
Considerata la posizione della piccola zona umida, vicina alla spiaggia di Marina Julia, al campeggio frequentato anche da molti turisti stranieri, al porto nautico dell’Hannibal e facilmente raggiungibile dal centro di Monfalcone, si presterebbe a divenire una “Palestra
verde”, per dare la possibilità a tutti di scoprire l’area e le sue presenze faunistiche e vegetazionali.
Ciò deve però avvenire nel rispetto della naturalità dell’area, limitando il disturbo ed il degrado.
Sono necessarie azioni nella gestione naturalistica del sito, come ad esempio gli sfalci periodici dei prati umidi per evitarne l’incespugliamento, il mantenimento di corretti livelli di acqua nel canneto, il contrasto alle specie aliene, la vigilanza per evitare forme di fruizione incompatibili con l’area protetta.
Sono di fondamentale importanza gli sfalci dei prati umidi che si trovano a Ovest dell’argine ripulito, sempre all’interno del sito, in quanto l’incespugliamento provoca la scomparsa delle specie tipiche di questi ambienti prativi.
Altre azioni devono essere finalizzate alla conoscenza dell’area e alla sua corretta fruizione.
L’“Osservatorio faunistico” costruito dal Comune di Monfalcone necessita di manutenzione e davanti alle feritoie andrebbe sfoltita la vegetazione per consentire una facile osservazione. Della cartellonistica illustrante i contenuti naturalistici del sito, non invasiva, andrebbe posta ai due estremi dell’argine lungo il mare e nei pressi dell’osservatorio di via del Brancolo.
La recente sistemazione dell’argine posto a Sud-Ovest, tra via Cavana e via del Brancolo, offre la possibilità di spingersi all’interno dell’area protetta. A nostro giudizio, se non c’è possibilità di controllo e una gestione naturalistica attiva, è senz’altro preferibile inibire l’accesso a questo argine, riservando l’accesso solo per motivi di studio o visite naturalistiche guidate.
Per tutti gli interventi sopra citati sarà importante la manutenzione costante nel tempo.
PROPOSTA
L’Associazione ambientalista Eugenio Rosmann collabora con esperte guide naturalistiche, che già operano nella gestione del Centro visite Pietrarossa.
Questi professionisti possono guidare escursioni naturalistiche nell’area, ponendo l’attenzione su svariati aspetti, anche a seconda dei diversi periodi dell’anno: osservazione dell’avifauna di canneto, boschiva e marina, conoscenza degli aspetti vegetazionali e floristici, riconoscimento della fauna minore (anfibi, ortotteri, crostacei e molluschi sulla spiaggia, ecc.).
Queste attività possono essere rivolte alla generalità della popolazione, alle scuole o mirate più specificamente ai turisti estivi del camping e del marina Hannibal (eventualmente in inglese).
L’Associazione, con l’ausilio degli esperti con cui collabora, si propone per predisporre la progettazione delle tabelle naturalistiche e altro materiale informativo.
Per una gestione ottimale dell’area di Schiavetti e Cavana si propone il modello seguito nelle AONB britanniche (Areas of Outstading Natural Beauty), dove ciascuna zona ha un warden, che non svolge solo il ruolo di sorveglianza per evitare gli usi impropri tipici delle periferie, ma, sulla base di un preciso mansionario, effettua piccole manutenzioni e segnala le necessità più rilevanti, asporta i rifiuti e se ha il titolo di guida naturalistica può anche accompagnare i visitatori e svolgere monitoraggi, anche coordinando eventuali volontari (secondo i principi del citizen science).
La figura del warden potrebbe comportare un incarico part-time a una figura che garantisca un’approfondita conoscenza dell’area e delle sue valenze naturalistiche, per attuare quanto predisposto dalle direttive dell’Amministrazione comunale e del Servizio biodiversità della Regione.
ASSOCIAZIONE AMBIENTALISTA EUGENIO ROSMANN
Si ringrazia per la foto Gilda Aloisio