Tigli centenari dei Ronchi dei Legionari conferenza stampa
VIALE DI TIGLI CENTENARI A RONCHI DEI LEGIONARI
RICHIESTA AL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA’ CULTURALI
PER FERMARE L’ABBATTIMENTO DEL 2° LOTTO DEI TIGLI, PATRIMONIO STORICO E AMBIENTALE DI RONCHI DEI LEGIONARI
Le Associazioni si appellano al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo on. Dario Franceschini affinché intervenga per la tutela delle alberature storiche di via Duca d’Aosta a Ronchi dei Legionari, fermando l’intervento sul 2° lotto di 30 tigli ancora presenti, evitando l’abbattimento degli ultimi alberi che da via Mazzini, lungo l’ultimo tratto di via Duca d’Aosta, giungono al campo sportivo. Si chiede la revisione del parere espresso dalla Soprintendenza del FVG, riferendosi anche ai numerosi casi nei quali la Soprintendenza è intervenuta per la tutela di alberature di pregio:
1. sulla strada del Vallone la Soprintendenza è intervenuta per tutelare i cipressi colpiti da un incendio, dando disposizioni all’ANAS per la sostituzione dei soli cipressi ammalati, nonostante l’ANAS avesse dichiarato la pericolosità per la carreggiata ed espresso l’intenzione di togliere tutti i cipressi per motivi di sicurezza;
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ad Aquileia – nella zona del Foro Romano – la Soprintendenza alcuni anni fa si fece parte attiva per la tutela delle alberature esistenti;
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a Grado la Soprintendenza concordò con la Forestale una sistemazione dei grandi pini davanti alle Ville Bianchi, che a causa delle radici superficiali rischiavano il crollo, mettendo gli alberi in sicurezza ed evitandone l’abbattimento;
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a Panzano la Soprintendenza intervenne per la tutela dei cipressi del Parco della rimembranza, che il Comune di Monfalcone intendeva in parte eliminare per la realizzazione di una rotonda stradale.
E’ indubbio che alberature non in buono stato di salute in ambiente urbano vanno sostituite, anche per motivi di sicurezza, ma tale operazione può essere fatta avvicendando le piante malate con nuovi esemplari giovani della stessa specie. In questo modo si mantiene il disegno complessivo, che è parte del paesaggio urbano del paese e fornisce allo stesso tempo importanti funzioni ecosistemiche. Mentre si discute ad ogni livello di cambiamenti climatici e degrado dell’ambiente, è necessario nella nostra quotidianità salvaguardare quei piccoli elementi di naturalità che tanto beneficio apportano alla comunità, si pensi solo all’ombreggiamento estivo, alla filtrazione dell’aria e la produzione di ossigeno, all’habitat per uccelli, insetti impollinatori e altra microfauna, l’assorbimento dell’acqua piovana, l’attenuazione dei rumori e l’abbellimento paesaggistico.
Si parla spesso dei costi di manutenzione del verde urbano, ma i benefici appena elencati ben compensano l’impegno del Comune per quest’attività; inoltre le specie tipiche del territorio, proprio perché perfettamente adattate al nostro clima, sono quelle meno soggette a malattie e stress ambientali e quindi necessitano di meno cure.
Si auspica che il Ministro per i Beni e le attività culturali e il turismo accolga l’invito a modificare urgentemente il dispositivo autorizzativo, bloccando il taglio del 2° lotto di tigli e la loro sostituzione con la specie Pyrus calleryana, pianta esotica originaria di Cina e Vietnam e valutare la possibilità di spostare i Pyrus appena piantati in altre aree verdi comunali, ripristinando il viale di tigli come nel disegno originale paesaggistico di Max Fabiani.
CRONISTORIA:
L’Associazione Ambientalista “Eugenio Rosmann” – raccogliendo l’allarme di alcuni abitanti di via Duca d’Aosta – ha inviato il 20/09/2018 una nota al Sindaco del Comune di Ronchi dei Legionari ed all’Assessore all’Ambiente, a proposito dell’intenzione dell’Amministrazione di abbattere i tigli ultracentenari su questa e altre strade limitrofe e di sostituirli con altre essenze di minori dimensioni. L’Associazione ha chiesto di poter visionare le relazioni sullo stato di salute degli alberi ed il progetto promosso dal Comune.
Il 2/10/2018 l’Associazione ha avanzato la richiesta di tutela alla Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio FVG, che in data 17/10/2018 rispondeva che “le competenze della Soprintendenza relativamente i beni sottoposti a tutela si esprimono attraverso le attività di controllo e vigilanza, finalizzate alla salvaguardia e conservazione dei beni medesimi e di conseguenza tutti gli interventi su beni tutelati dovranno essere autorizzati da questa Soprintendenza, ai sensi della parte II del Codice dei Beni culturali D.Lgs 42/2004 e s.m.i.”.
L’Associazione il 22/09/2019 inviava alla Soprintendenza una nota con ulteriore documentazione fotografica, con cartoline illustrate del viale datate 1922, che mostravano il viale ancora incompleto. Si ricorda che nel 1921 l’architetto Max Fabiani curò il piano regolatore di Ronchi (non ancora deli Legionari), anche se il suo piano non fu portato completamente a termine. In questa nota si chiedeva n particolare l’avvicendamento delle alberature malate con nuove piante della stessa specie, rispettando la tipologia paesaggistica della via e di non ricorrere a specie alloctone.
Avuta notizia dalla stampa locale dell’abbattimento di 40 dei 70 tigli della via Duca d’Aosta, l’Associazione il 12/12/2019 sollecitava un intervento urgente alla Soprintendenza del FVG per tutelare dall’abbattimento il 2° lotto.
Il 16/12/2019 la Soprintendenza rispondeva che “a seguito dell’inizio dei lavori si comunica che la Soprintendenza archeologica, beni artistici e paesaggio dell’FVG si è espressa per le proprie competenze con nota protocollo n. 9260 del 25/6/2019 e relativamente ai beni sottoposti a tutela in oggetto esplicando le attività di controllo e vigilanza medesima ai sensi del D.Lgs 42/2004. A tal fine, pur comprendendo le ragioni dei richiedenti, non si ravvisa che siano soppravvenuti nuovi elementi tali da determinare una rivalutazione del progetto presentato dall’amministrazione procedente”.
A seguito di tale risposta l’Associazione in data 15/12/2019 si appellava al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, affinché intervenisse nella tutela del 2° lotto, evitando l’abbattimento degli ultimi 30 tigli, che da via Mazzini, lungo l’ultimo tratto di via Duca d’Aosta, giungono al campo sportivo. Tale richiesta viene formulata anche in seguito alla recente revisione del parere riguardante la sala Tripcovich di Trieste. In questa nota sono stati elencati altri casi nei quali la Soprintendenza è intervenuta per la tutela di alberature di pregio: 1. sulla strada del Vallone la Soprintendenza è intervenuta per tutelare i cipressi colpiti da un incendio, dando disposizioni all’ANAS per la sostituzione dei soli cipressi ammalati, nonostante l’ANAS avesse dichiarato la pericolosità per la carreggiata ed espresso l’intenzione di togliere tutti i cipressi per motivi di sicurezza;
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ad Aquileia – nella zona del Foro Romano – la Soprintendenza alcuni anni fa si fece parte attiva per la tutela delle alberature esistenti;
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a Grado la Soprintendenza concordò con la Forestale una sistemazione dei grandi pini davanti alle Ville Bianchi, che a causa delle radici superficiali rischiavano il crollo, evitandone l’abbattimento;
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a Panzano la Soprintendenza intervenne per la tutela dei cipressi del Parco della rimembranza, che il Comune di Monfalcone intendeva in parte eliminare per la realizzazione di una rotonda stradale.
E’ indubbio che alberature non in buono stato di salute in ambiente urbano vanno sostituite, anche per motivi di sicurezza, ma tale operazione può essere fatta avvicendando le piante malate con nuovi esemplari giovani della stessa specie. In questo modo si mantiene il disegno complessivo, che è parte del paesaggio urbano del paese e fornisce allo stesso tempo importanti funzioni ecosistemiche. Sembra paradossale che mentre si discute ad ogni livello di cambiamenti climatici e degrado dell’ambiente, non si riesca nella nostra quotidianità a salvaguardare dei piccoli elementi di naturalità che tanto beneficio apportano alla comunità, si pensi solo all’ombreggiamento estivo, alla filtrazione dell’aria e la produzione di ossigeno, all’habitat per uccelli, insetti impollinatori e altra microfauna, l’assorbimento dell’acqua piovana, l’attenuazione dei rumori e l’abbellimento paesaggistico.
Si parla spesso dei costi di manutenzione del verde urbano, ma i benefici appena elencati ben compensano l’impegno del Comune per quest’attività; inoltre le specie tipiche del territorio, proprio perché perfettamente adattate al nostro clima, sono quelle meno soggette a malattie e stress ambientali e quindi necessitano di meno cure.