RICORSO AL TAR SULLA CENTRALE A CARBONE DI MONFALCONE: GLI AMBIENTALISTI RIFERISCONO SULL’UDIENZA CAUTELARE
Con una conferenza stampa svolta del 16 luglio 2020 nella propria sede sociale a Monfalcone (GO), l’Associazione Ambientalista “Eugenio Rosmann”, rappresentata dal presidente Claudio Siniscalchi e dall’avvocato Paolo Coppo ha riferito sulla prima udienza cautelare, che avrebbe potuto portare alla sospensione del procedimento. Così non è stato per la rinuncia messa in campo dall’avvocato della società A2A Energie future, proprietaria della centrale.
Il Presidente dell’Associazione Claudio Siniscalchi ha ricordato il percorso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale della grande centrale: l’ultima AIA risaliva alla primavera del 2014, ma nel 2016 un provvedimento predispose il rinnovo automatico fino al 2025, fatto che suscitò delle vivaci proteste degli ambientalisti e della società civile monfalconese, sfociate con una manifestazione in piazza. In novembre 2018 ci fu un deciso cambio di rotta e il Ministro dell’Ambiente impose la revisione dell’AIA per tutti i grandi impianti di combustione e dell’industria chimica, compresa la centrale monfalconese. Si avviò la procedura per la nuova AIA, alla quale l’Associazione E.Rosmann partecipò con proprie osservazioni e l’iter si concluse nel mese di marzo 2020 con la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta ufficiale. Si tratta di un decreto innovativo a livello nazionale, per i limiti particolarmente restrittivi previsti su alcuni elementi considerati certamente cancerogeni dallo IARC, quali Arsenico, Cadmio, Cromo, Nichel, Radio e Radon e altri elementi sospetti cancerogeni e sicuramente tossici come Polonio, Tallio e Uranio.
L’avvocato Paolo Coppo, che assiste l’Associazione, ha sostenuto che in particolari condizioni, ad esempio la collocazione della centrale molto vicino al centro abitato e la sussistenza di studi epidemiologici sulla popolazione di Monfalcone e dei paesi limitrofi, si ritiene possibile applicare limiti più restrittivi rispetto alle stesse BAT (best available technology). Ciò in virtù del principio di precauzione adottato dalla normativa europea e dell’articolo n. 32 della Costituzione che oltre al diritto all’integrità della salute psico-fisica sancisce l’ulteriore diritto a vivere in un ambiente salubre.
La società proprietaria della centrale monfalconese ha eccepito in particolare la richiesta – avanzata dal Comune di Monfalcone e fatta propria dalla Conferenza di servizi – di misurare non cumulativamente ma separatamente i metalli pesanti, in modo da conoscere la quantità di ogni singolo elemento. Secondo l’assessore all’ambiente del Comune di Monfalcone prof.ssa Sabina Cauci – intervenuta alla conferenza stampa – ciò permetterà di approfondire gli studi epidemiologici sulla pericolosità di ciascuno di questi elementi.
Nell’udienza cautelare di ieri gli avvocati di A2A Energie future hanno rinunciato alla sospensiva, quindi gli effetti del decreto rimangono in essere. La sentenza è attesa per il prossimo mese di novembre ed entro marzo 2021, se non interverrà il giudice amministrativo, l’impianto dovrà adeguarsi ai nuovi limiti previsti dall’AIA.
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